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Ma quanto bevono i nostri figli? Tanto, secondo le ultime stime e
soprattutto presto, prima dei loro coetanei del resto d'Europa. Il primo bicchiere a 11-12 anni risulta essere il dato più �giovane' dell'Unione Europea dove la media di chi beve per la prima volta ha 14 anni e mezzo.
Diminuisce invece il numero dei ragazzi fra i 15 e i 16, mentre aumenta del 9,2% quello dei bevitori ancora più giovani. Questo dato conferma altri studi secondo i quali il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi 3 volte a settimana: birra, vino e cocktails sono gli alcolici preferiti per 400 mila ragazzi. Si è capovolta una modalità di assunzione del vino che fino ad una decina di anni fa era quasi esclusivamente legata ai pasti e che invece ora gli adolescenti preferiscono �fuori pasto'; il trend in ascesa parla di un incremento del 3,9% tra i maschi e del 27,6% per le femmine. I maschi preferiscono la birra, seguita dal vino, dagli aperitivi alcolici e dagli amari. Tra le ragazze preferita è la birra, seguita dai cocktail e dai superalcolici.
I risultati sono emersi dalle elaborazioni dell'Istituto Superiore di Sanità sui dati Istat relativi alle Indagini Multiscopo su "Stili di vita e condizioni di salute".
Ma vediamo perché i giovani bevono e bevono così tanto.
In primo luogo perché bere fa sentire più sicuri, fa diventare più loquaci e dà, al gruppo di amici, la sensazione di essere �trendy'. Chi non beve è considerato un outsider, uno che non trasgredisce, un allineato; ecco quindi che passeggiare con la bottiglia di birra in mano diventa uno "status simbol", dà agli altri coetanei il messaggio di essere �uno del gruppo'. Non c'è bisogno di conoscersi, quella bottiglia in mano accomuna tutti, all'interno di un mondo giovane dal quale gli adulti sono esclusi.
Maggiori disponibilità economiche, accattivanti campagne pubblicitarie su ogni genere di alcolico, tecniche di vendita promozionali fanno sì che ragazzi e adolescenti siano continuamente martellati da messaggi che danno un'immagine positiva della persona che beve.
Le dimensioni del fenomeno fanno sì che il problema alcol sia un problema sociale. Se a livello nazionale il Ministero della Salute prevede una serie di iniziative di sensibilizzazione al problema da portare avanti all'interno delle scuole e come campagne pubblicitarie. Dal canto suo la Carta Europea sul consumo di alcol, adottata dagli stati membri nel 1995, enuncia principi guida e strategie da adottare per promuovere e proteggere la salute e il benessere degli abitanti. La Dichiarazione tende a garantire i bambini e i giovani dalle pressioni che vengono esercitate nei loro confronti per incitarli a bere e a limitare i danni che subiscono direttamente o indirettamente dal problema alcol.
Cosa fare invece dal punto di vista domestico, cioè nel proprio privato? In primo luogo partiamo dalla considerazione che �proibire' è inutile, improduttivo e diseducativo. Molto meglio considerare il problema in un'ottica di consapevolezza e confronto. Ecco alcuni consigli utili per affrontare con i propri figli il problema alcol:
I ragazzi sempre più frequentemente bevono per superare difficoltà di relazione e assumere un ruolo all'interno del gruppo. Quando l'alcol acquista un valore comportamentale, ai genitori spetta un ruolo chiave: dare il buon esempio, creando un ambiente familiare in cui la presenza dell'alcol è visibile, ma discreta e il consumo moderato.
I giovani per natura sono poco inclini al conformismo. E' bene allora sfruttare questa sana predisposizione per osservare e smontare con loro la pubblicità sugli alcolici, trasmesse dai media. Può essere un ottimo esempio per incrementare la capacità critica su ciò che la pubblicità promette e che poi, di fatto, non trova riscontro nella realtà quotidiana.
Parlare ai giovani, fin da quando sono bambini, dei danni e dei rischi legati all'alcol. Esordire con questo tipo di discorsi in età adolescenziale, quando tutto è soggetto a critica e frutto dell' "esagerazione" dei genitori, può anche essere controproducente.
Insegnare ai giovani che prima dei 15 anni l'apparato digerente non è ancora in grado di "smontare" l'alcol, perché il sistema enzimatico non è completamente sviluppato. Le ragazze inoltre, e in generale tutte le donne, sono in grado di eliminare la metà di una dose d'alcol che riesce a metabolizzare un uomo.
Sia le adolescenti che le donne adulte devono sapere che l'alcol nuoce al feto. Il nascituro non è dotato di sistemi enzimatici capaci di smaltire l'alcol. Sono sufficienti due bicchieri di bevanda alcolica al giorno per pregiudicare la salute del bambino e distruggere i neuroni di un cervello ancora in formazione.
Un preciso limite separa il consumo dall'abuso. E' bene, dunque, "preparare" i giovani, informandoli su come le performance individuali cambino sotto l'influenza di un abuso alcolico. Anche una banale serata in p