Domanda:
un tema non con parole scientifiche su l'abuso di alcool tra i giovani di oggi?
anonymous
2009-04-11 10:59:01 UTC
aiutatemi per piacere emtro domani a fare un tema sull'abuso di alcol dei giovani di oggi più che altro adolescenti!!molto semplice e senza parole scientifiche..kissssss...grazieeee
Tre risposte:
pimpilove15
2009-04-11 11:08:04 UTC
Prova a usare un pò questo, al massimo se vai sul sito www.tuttostudenti.it trovi tutto di più.



Ma quanto bevono i nostri figli? Tanto, secondo le ultime stime e

soprattutto presto, prima dei loro coetanei del resto d'Europa. Il primo bicchiere a 11-12 anni risulta essere il dato più �giovane' dell'Unione Europea dove la media di chi beve per la prima volta ha 14 anni e mezzo.



Diminuisce invece il numero dei ragazzi fra i 15 e i 16, mentre aumenta del 9,2% quello dei bevitori ancora più giovani. Questo dato conferma altri studi secondo i quali il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi 3 volte a settimana: birra, vino e cocktails sono gli alcolici preferiti per 400 mila ragazzi. Si è capovolta una modalità di assunzione del vino che fino ad una decina di anni fa era quasi esclusivamente legata ai pasti e che invece ora gli adolescenti preferiscono �fuori pasto'; il trend in ascesa parla di un incremento del 3,9% tra i maschi e del 27,6% per le femmine. I maschi preferiscono la birra, seguita dal vino, dagli aperitivi alcolici e dagli amari. Tra le ragazze preferita è la birra, seguita dai cocktail e dai superalcolici.



I risultati sono emersi dalle elaborazioni dell'Istituto Superiore di Sanità sui dati Istat relativi alle Indagini Multiscopo su "Stili di vita e condizioni di salute".



Ma vediamo perché i giovani bevono e bevono così tanto.

In primo luogo perché bere fa sentire più sicuri, fa diventare più loquaci e dà, al gruppo di amici, la sensazione di essere �trendy'. Chi non beve è considerato un outsider, uno che non trasgredisce, un allineato; ecco quindi che passeggiare con la bottiglia di birra in mano diventa uno "status simbol", dà agli altri coetanei il messaggio di essere �uno del gruppo'. Non c'è bisogno di conoscersi, quella bottiglia in mano accomuna tutti, all'interno di un mondo giovane dal quale gli adulti sono esclusi.



Maggiori disponibilità economiche, accattivanti campagne pubblicitarie su ogni genere di alcolico, tecniche di vendita promozionali fanno sì che ragazzi e adolescenti siano continuamente martellati da messaggi che danno un'immagine positiva della persona che beve.

Le dimensioni del fenomeno fanno sì che il problema alcol sia un problema sociale. Se a livello nazionale il Ministero della Salute prevede una serie di iniziative di sensibilizzazione al problema da portare avanti all'interno delle scuole e come campagne pubblicitarie. Dal canto suo la Carta Europea sul consumo di alcol, adottata dagli stati membri nel 1995, enuncia principi guida e strategie da adottare per promuovere e proteggere la salute e il benessere degli abitanti. La Dichiarazione tende a garantire i bambini e i giovani dalle pressioni che vengono esercitate nei loro confronti per incitarli a bere e a limitare i danni che subiscono direttamente o indirettamente dal problema alcol.



Cosa fare invece dal punto di vista domestico, cioè nel proprio privato? In primo luogo partiamo dalla considerazione che �proibire' è inutile, improduttivo e diseducativo. Molto meglio considerare il problema in un'ottica di consapevolezza e confronto. Ecco alcuni consigli utili per affrontare con i propri figli il problema alcol:



I ragazzi sempre più frequentemente bevono per superare difficoltà di relazione e assumere un ruolo all'interno del gruppo. Quando l'alcol acquista un valore comportamentale, ai genitori spetta un ruolo chiave: dare il buon esempio, creando un ambiente familiare in cui la presenza dell'alcol è visibile, ma discreta e il consumo moderato.

I giovani per natura sono poco inclini al conformismo. E' bene allora sfruttare questa sana predisposizione per osservare e smontare con loro la pubblicità sugli alcolici, trasmesse dai media. Può essere un ottimo esempio per incrementare la capacità critica su ciò che la pubblicità promette e che poi, di fatto, non trova riscontro nella realtà quotidiana.

Parlare ai giovani, fin da quando sono bambini, dei danni e dei rischi legati all'alcol. Esordire con questo tipo di discorsi in età adolescenziale, quando tutto è soggetto a critica e frutto dell' "esagerazione" dei genitori, può anche essere controproducente.

Insegnare ai giovani che prima dei 15 anni l'apparato digerente non è ancora in grado di "smontare" l'alcol, perché il sistema enzimatico non è completamente sviluppato. Le ragazze inoltre, e in generale tutte le donne, sono in grado di eliminare la metà di una dose d'alcol che riesce a metabolizzare un uomo.

Sia le adolescenti che le donne adulte devono sapere che l'alcol nuoce al feto. Il nascituro non è dotato di sistemi enzimatici capaci di smaltire l'alcol. Sono sufficienti due bicchieri di bevanda alcolica al giorno per pregiudicare la salute del bambino e distruggere i neuroni di un cervello ancora in formazione.

Un preciso limite separa il consumo dall'abuso. E' bene, dunque, "preparare" i giovani, informandoli su come le performance individuali cambino sotto l'influenza di un abuso alcolico. Anche una banale serata in p
anonymous
2014-09-20 21:45:10 UTC
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Metallaro4ever
2009-04-11 11:09:34 UTC
Piuttosto che di tipologie dell'alcolismo sarebbe più corretto parlare di alcolismi, tuttavia meritano attenzione alcuni tentativi classificatori, se non altro come contributi clinici storico-antologici. La prima classificazione degli alcolisti che ha tenuto conto degli aspetti sociali, psicologici, medici del bere è quella di Jellinek (1960) che individuò cinque diverse categorie:



Bevitori alfa: consumatore che beve per disinibirsi, per allentare i propri freni.

Bevitori beta: bevitore occasionale.

Questi due tipi non sono affetti da dipendenza, ma hanno un maggior rischio, rispetto alla popolazione generale.



Bevitori gamma: in questa categoria rientrano coloro la cui caratteristica centrale è la perdita di controllo. Sono soggetti che possono anche astenersi dall’alcol, ma nel momento in cui ne iniziano l’uso lo fanno in modo incontrollato.

Bevitori delta: è l'etilista soggetto a crisi di astinenza. Spesso necessitano di ricoveri in ospedale a causa delle complicazioni organiche e delle crisi astinenziali, ma tornano a bere non appena dimessi.

Bevitori epsilon: il soggetto è un bevitore episodico, con periodi di eccesso (per es. sobrio durante tutta la settimana, ubriaco nel weekend). Comprende anche quei soggetti che possono astenersi dal bere anche per lunghi periodi, poi improvvisamente ricominciano in modo incontrollato.

Cloninger (1987) in base ad altre osservazioni individuò due sottogruppi principali di alcolisti, uno ad eziologia genetico-ambientale, l’altro prevalentemente genetica.



Tipo I: l’esordio dell’alcoldipendenza e dei problemi alcolcorrelati è tardivo (dopo i 30 anni) e raramente accompagnato da comportamenti aggressivi o da complicazioni legali o sociali dovute all’abuso di alcol.

Tipo II: è più frequente nei maschi; ha un esordio più precoce (prima dei 25 anni) ed è legato a problemi sociali e legali. Il contatto con i Servizi sanitari è precoce; spesso in questi soggetti si riconoscono disturbi antisociali di personalità e casi di alcolismo e depressione nei familiari di primo grado.

Altre classificazioni si sono basate sulle caratteristiche di personalità del bevitore



Bevitore compulsivo: beve ogni giorno fino ad ubriacarsi; dopo aver iniziato a bere, non riesce più a controllarsi. Smette soltanto perché lo stato di incoscienza, la fine del denaro o interventi esterni lo costringono ad arrestarsi. Riesce a trascorrere brevi periodi di astinenza o intervalli fra le bevute, ma il primo sorso di alcol fa immediatamente scattare il comportamento del "tutto o nulla" e continua a bere fino a ubriacarsi. Questo tipo di bevitore tende a colpevolizzarsi, talvolta è aggressivo e desideroso di affetti, ma in fase di intossicazione alcolica può trasformarsi completamente alternando l'aggressività alla depressione.



Bevitore gregario: corrisponde all'alcolista da bar o da trattoria di paese, che di rado perde totalmente il controllo: ingerisce grandi quantità di alcol, ma riesce a smaltirle nelle serate in compagnia. L'alcol ha la funzione di elemento unificante tra i singoli bevitori che, pur avendo personalità diverse, riescono generalmente ad armonizzare tra di loro, a scambiarsi formule semplici per la risoluzione dei problemi del mondo, a darsi pacche sulle spalle, ad abbracciarsi e ad avere atteggiamenti di intima amicizia. In genere il gregario non soffre di particolari frustrazioni o conflitti in quanto delega al gruppo i suoi sentimenti repressi e i suoi problemi. In questa categoria di bevitori rientrano coloro che bevono per identificarsi in un modello culturale, per esempio gli artisti o gli studenti del campus universitario. Sovente il modo di bere del singolo si adatta a quella del gruppo, tanto che l'uscita da questo può portare anche a una riduzione dell'abuso di alcol; perciò l'appartenente a questa tipologia dovrebbe essere colui che ha la prognosi più favorevole nei confronti del bere.



Bevitore autistico: corrisponde al clochard, al mendicante-assistito, al barbone per vocazione, all'artista introverso e chiuso al mondo. Sono in genere persone emarginate dalla società o per rifiuto o per costrizione, ma che non sono necessariamente "fuorilegge". Vivono grazie all'assistenza o a un'attività minima che consente loro di sopravvivere. L'alcol potrebbe essere il mezzo di consolazione per la situazione vissuta, oppure potrebbe essere stato la causa di questo tipo di vita. Talvolta questo tipo di bevitore vive momenti di grande generosità, di acquisti insensati e di tentativi di mutamento radicale della sua vita. L'alcolismo autistico può anche rappresentare il punto di arrivo di altre forme di alcolismo, soprattutto quando il soggetto subisce un'emarginazione violenta durante il suo percorso di etilista. Questo fa sì che l'appartenente a questa tipologia sia difficile da curare e da disintossicare.



Bevitore solipsistico: corrisponde al professionista che si chiude nello studio e passa buona parte del tempo a bere, soprattutto superalcolici. Questo ti


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